Scrive Tassini in "Curiosità veneziane" (1887): ... Fino dal 1227, un anno dopo la morte di S. Francesco, erano giunti a Venezia alcuni de' suoi più fervorosi seguaci. Qui vivevano d'elemosine, passavano i giorni lavorando sotto il vestibolo delle chiese, particolarmente di S. Lorenzo, e di S. Silvestro. Il governo loro diede da abitare un'antica ed abbandonata abazia di monaci Benedettini, dedicata a Maria Vergine, e posta sul confine delle due parrocchie di "S. Tomà" (S. Tommaso), e "S. Stin" (S. Stefanino, o S. Stefano confessore). I padri dilatarono a varie riprese il convento coi lasciti dei fedeli, e dopo il 1250, sul disegno di Nicolò da Pisa, diedero mano all'erezione d'un magnifico tempio intitolato a S. Maria Gloriosa, e detto poscia dei "Frari", corruzione di "frati", per la numerosa religiosa famiglia che lo uffiziava ...
Il "Ponte dei Frari" venne fabbricato per la prima volta, a spese dei Padri, in virtù di parte e concessione del Maggior Consiglio 10 ottobre 1428, a sostituzione d'altro ponte poco lontano, già reso cadente per vetustà, di cui parla un documento coll'anno 1382. .... I padri volevano che il "Ponte dei Frari" fosse luogo d'immunità pei delinquenti, dicendo che dovevasi considerare come sacro, perché un tempo "la chiesa dei frari era lì, et era lì la capella granda, che adesso è voltada".
La basilica di S. Maria Gloriosa dei Frari è uno dei più importanti monumenti di Venezia.
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