Scrive Tassini in "Curiosità veneziane" (1887): ... Da una sartoria di "veste da zentilomeni", che nel 1713 conducevasi da un Bernardo Franalonga, e che conservossi fino agli ultimi tempi della Repubblica. Essa era propriamente situata in "Campo di S. Fantino", nella bottega aperta adesso ad uso di Caffè, laonde anche il prossimo braccio di calle, ora detto del "Caffettier", era un tempo chiamato "delle Veste", denominazione in seguito rimasta soltanto alla Fondamenta, al Ponte, ed all'altro braccio di calle giù del ponte verso S. Moisè.
La "vesta da zentilomo" era quella toga di panno nero ad uso greco che indossavano i patrizii, ed alcuni pubblici funzionarii. Nell'estate portavasi sciorinata d'innanzi, e nell'inverno serrata alla vita, e bordata di striscie larghe di pelli, dette "fende", con una cintura attorniata ai lombi. Nei primi tempi la vestivano anche le persone del volgo, e moltissimi quindi erano i "sartori da veste", i quali venivano retti da un capo chiamato "gastaldo da veste".
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