Scrive Tassini in "Curiosità veneziane" (1887): ...resta memoria d'una famiglia Gàffaro. Tra le epigrafi mortuarie della chiesa dei Carmini, riportate dai raccoglitori, abbiamo la seguente: Sepultura Jacobi Gaffaro De Confinio Sanctae Crucis et Suor. Hered. MD. Die VII Junii. E nel mezzo delle Condizioni della parrocchia di S. Croce (an. 1514) trovasi quella di "Anzola Gaffaro relita de ser Gaffaro", il quale, senza dubbio, è colui che venne sepolto in chiesa dei Carmini. Questa famiglia Gaffaro, come crede il Gallicciolli, è quella che produsse Domenico prima pievano di S. Basso, quindi di S. Nicolò, e finalmente vescovo di Eraclea, il quale nel 1370 venne derubato e ferito alla gola per opera d'un di lui schiavo, ajutato da altri complici. Egli forse morì per le riportate ferite, dicendosi nelle "Raspe" che esse furono fatte "cum periculo vitae", e trovandosi nel 1374 un "Tommasio" seduto sopra la cattedra vescovile d'Eraclea.
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