Scrive Tassini in "Curiosità veneziane" (1887): ... Per quanto appare da un autentico documento, che abbiamo scoperto nelle carte della famiglia Correr al Civico Museo, esisteva in parrocchia di S. Leone, «vulgo S. Lio», nel secolo XV, appesa al muro di ca' Dolce (e non di ca' Amadi, come scrisse il Corner) un'immagine di M.V. considerata miracolosa. Nel 1496 (e non 1480) a merito d'alcuni parrocchiani, si comperarono dai Dolce due casette per erigere sopra quel fondo una piccola chiesa ove poter collocare la sacra immagine. Questa chiesa chiamossi di S. Maria della Consolazione, o «della Fava», per essere prossima al «Ponte delle Fave», o «della Fava». Raccontano gli scrittori ecclesiastici che così si disse tal Ponte, perché un uomo, colà domiciliato, avendo nascosto certo contrabbando di sale sotto alcuni sacchi di fava, del qual legume era negoziante, ed essendo avvisato della venuta dei birri, gettossi per soccorso ai piedi della suddetta immagine miracolosa, ed ottenne in grazia che la giustizia, ad onta delle fatte ricerche, non ritrovasse in di lui casa che pura fava.
Alcuni invece vogliono che presso questo ponte vi fosse una bottega ove si vendevano quelle pastiglie che si preparano pel giorno dei Morti, e che appellansi fave.
Altri finalmente, fra cui il Codice 2929 della Raccolta Cicogna, dicono che il «Ponte della Fava», e per esso le strade vicine, derivano il nome dalla famiglia Fava e un Francesco Fava, «spezier» da Ferrara
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