Scrive Tassini in "Curiosità veneziane" (1887): ... Il Gallicciolli lasciò scritto essere "Giuffa" corruzione di "Ziulfa", avendo qui abitato i mercatanti armeni, venuti da Julfa, sobborgo d'Hispahan, donde vennero scacciati da Schach-Abas re di Persia. Considerando altri che la strada di cui parliamo si trova sempre nommata nelle antiche carte non "Ruga Giuffa", ma "Ruga Gagiuffa", e che con ciò perde del suo valore l'etimologia proposta dal Gallicciolli, dissero dipendere il nome da una fiera pestilenza qui sviluppatasi chiamata gagiuffa.
Noi però, avendo sott'occhio un documento del 1283, estratto dal Capitolare dei "Signori di Notte" contro "gagiuffos", fossero essi maschi o femmine, che andavano per Venezia "decipiendo gentes, fingendo se esse divinos, vel herbarios, et accipiendo helemosinas hospitalibus, monasteriis, et aliis pauperibus et bonis personis cum calicibus, anchonis, pueris parvis, et aliis deceptionibus, simulando se esse hospitalarios, et bonas personas, et debiles" ecc., pensiamo in quella vece che la "Ruga Gagiuffa", ora "Giuffa" a S. Maria Formosa, insieme alla "Ruga Giuffa S. Apollonia", che stendesi dal "Ponte di Canonica" al "Campo dei SS. Filippo e Giacomo", siensi così denominate perché fossero sede in antico di tali impostori.
Ci avvisa il ch. dott. T. Elze, che il vocabolo "gajufus" deriva dal dalmato "gejupka", significante in questa lingua "zingano", sotto il qual titolo fu più volte nel secolo XVII pubblicata una epopea dalmata in Venezia. Di qua probabilmente nacque anche il nostro vocabolo italiano "gaglioffo".
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